Distruzione& Conservazione Metafisica della Guerra
L’ombra della guerra accompagna la vita quotidiana dell’essere umano fin
dalla sua comparsa, guerra intesa come battaglia, lotta per la vita. Vita
intesa a sua volta come spazio, ideale o valore da difendere od imporre.
Sappiamo tutti che la possibilità d’essere coinvolti, attivamente o
passivamente, in uno scontro probabilmente fatale, SCATENA nell’animo
dell’uomo degli stati molto complessi, profondi ed oscuri alla normale
comprensione velata spesso e volentieri dal pesante drappo della paura,
che sappiamo essere quel fattore che ci riporta alla forma, al contingente,
al limitato.
Vorrei però analizzare questo fenomeno che da sempre ci accompagna da
un punto di vista pragmatico e scientifico, quindi neutrale, dal quale poter
trarre della SUB-STANZA su cui riflettere.
Per iniziare definiamo adeguatamente CHI e COSA sono gli individui
coinvolti in questo fatto, la guerra, e vediamo quali sono le forze che in
loro agiscono. Come io limitato dal corpo nello spazio-tempo subitamente
al pensiero della morte portato dalla guerra sorge lo spavento, il timore
della fine, un sentimento così lontano da una tranquilla quotidianità, dove
tutto è armoniosamente rodato e la vita è goduta appieno. Con la paura,
come un fumo inseparabile dal suo fuoco, arriva l’inquietudine di una
domanda, spesso dolosamente insabbiata, che lancia lo sguardo oltre, nel
dopo vita, nell’ignoto dei giorni che saranno dopo di noi. Ermeticamente,
a livello fisiologico, questa inquieta incertezza agisce in modo alchemico
sul nostro apparato, liberando una certa qualità di Mercurio, chiamata dai
filosofi d’Ermete mercurio salnitrico o mercurio tratto dall’arsenico,
elementi rappresentanti la personalità individuata, il Mercurio (volatile) ingabbiato da Saturno (fisso), analogia dello Spirito libero relegato e
condizionato in una specifica forma d’esistenza.
Se coltivato, questo spavento indotto dalla possibile catastrofe della
guerra, letteralmente libera, SCATENA, il nostro principio spirituale
dall’esistenza corrente e lo proietta nella sua dimensione originaria,
dando la possibilità di sperimentare quello stato mistico di fusione con il
principio-vita universale ed impersonale. Ecco che la guerra, la tragedia
della morte, può essere superata con uno slancio interiore della
coscienza, che espande i suoi confini fino a fondersi con il cosmo intero.
Se analizziamo effettivamente di cosa siamo composti scopriamo d’essere
il frutto dell’albero della vita tutta, contenente in sé il seme per la
perpetuazione e conservazione della stessa vita. Solo che, senza lo
spavento della morte, questa consapevolezza di sé, è falsata dalla storia
biologica, culturale e sociale del momento in cui il tutto è sperimentato
nell’uno particolare, dimentico della sua origine.
giorno dovrà affrontare veramente la battaglia per la vita, e dentro di lui
agiranno possentemente le forze ataviche di conservazione, ed una
speciale potenza energetica verrà rilasciata dal suo centro istintivo, forza
totalmente opposta allo spavento della morte, essendo azionata appunto
per evitarla. Chiaramente se i due contendenti prestassero attenzione
all’inquietudine precedente, e vivessero interiormente questa esperienza,
non arriverebbero a scontrarsi in battaglia, avendo compreso d’essere la
medesima vita in due forme differenti.
Distruzione e Conservazione, morte e vita, sono le forze che muovono gli
esseri, specialmente quelli coinvolti in una guerra, causando degli shock
traumatici sull’intera struttura umana, aprendo alla possibilità di stati di
coscienza intensi e trascendentali, se vissuti consapevolmente, fatali o
distruttivi se lasciati nell’oscurità.
Per approfondimenti vedi La Tradizione Ermetica, Julios Evola
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