Riflessione: Verità&Menzogna

Da sempre verità e menzogna sono due argomenti molto discussi ed includono una 
varietà di tematiche assai vasta, si può dire siano due canoni di valutazione 
estendibili ad ogni avvenimento o fenomeno, che servono ad un determinato scopo.
La loro funzione è principalmente morale e strutturante di idee e rappresentazioni 
sul mondo.
Possiamo notare una prima cosa, che di verità in qualsiasi ambito ve né sempre e 
soltanto una perché uno è il fatto, mentre di menzogne ne possono esistere 
potenzialmente infinite. Come ogni cosa sono una diade e quindi ascrivibili al regno 
della percezione, dunque della relatività e perciò soggette ad interpretazione. La 
verità, come ogni cosa nell’esistenza, può mutare in base alla direzione che si vuole 
dare al fatto, inteso come un complesso insieme di esperienze; in base a nuove 
scoperte su questo fatto, che ne possono modificare le conclusioni; può mutare 
soprattutto in base al soggetto che la interpreta, che possiede una storia ed un 
retaggio a loro volta condizionati da infinite bugie e verità oramai consolidate e non 
più messe in discussione. Quindi ogni volta che una verità muta, nasce una bugia, 
che è la verità precedente a quella nuova. Ma considerando il fatto che il 
cambiamento è una costante sia interna che esterna, è inevitabile che vi sia un 
cambiamento costante di ciò che sia vero o falso. Nel percepito l’unica verità è 
appunto un costante cangiamento del tutto.
La menzogna invece, osservata in modo neutrale oltre i giudizi morali, può essere 
definita come un’arte, della quale sembra che ogni uomo sia un maestro. 
Analizzando sinceramente è subito evidente come ogni fatto sia immediatamente 
modificato da un fattore presente nella struttura mentale di ognuno di noi, al fine di 
intendere o far intendere questo fatto in modo tale trarre qualsiasi tipo di beneficio 
o di evitare qualsiasi tipo di danno. Beneficio e danno intesi come qualcosa di molto 
sottile, riconducibile quasi sempre all’importanza personale della nostra 
immagine/facciata. Quindi possono spaziare dalle esagerazioni di qualche azione o 
racconto per ricevere maggior consenso o attenzioni, alla rimozione di qualche 
misero dettaglio di una storia che ci coinvolge per non farci sembrare troppo stupidi.
Tutto questo ad una velocità sbalorditiva, tanto che a volte non sappiamo nemmeno 
di farlo o siamo addirittura convinti di dire la verità.
Raccontare veramente la verità di un fatto risulta dunque molto difficile, soprattutto
se questo ci coinvolge direttamente o coinvolge qualcuno a cui siamo legati.
Effettivamente noi abbiamo legami identitari un po’ con tutto quello che ci circonda,
apparteniamo al mondo e dunque anche non volendo siamo coinvolti in ogni fatto.
Verità e menzogna sono infatti strettamente dipendenti dall’identità, a sua volta
dipendente da una moltitudine di fattori che nascono e muoiono col passare del
tempo.
Attualmente in questo periodo di miscelazione culturale questo si può notare
ancora di più in quanto le più svariate identità e credenze si trovano a vivere gli
stessi accadimenti uniti nello stesso spazio tempo. Dunque questa infinita rete di
relatività gestita dal Gran Maestro della Mistificazione assume i tratti di uno
spettacolo del quale dovremmo divenire spettatori il prima possibile per non
perdersi in un gioco di ruoli che ruba sempre più meschinamente potere alle verità
oggettive, le uniche verità esistenti che ritroviamo nelle grandi leggi universali. La
comprensione di queste leggi tramite l’acuta osservazione può estrarci da questo
fangoso ed imprigionante gioco.
Ma imprigionante di chi? Della Coscienza. L’unica a patire di questo spettacolo è lei,
in quanto è prigioniera di attori che non sanno di essere tali, come una persona sana
che fosse ricoverata in una struttura dove i dottori e gli infermieri fossero malati di
mente. Certo nella realtà l’abitudine ha fatto in modo che l’allucinazione divenga
una consuetudine e perciò tutto si è normalizzato, ma facendo un altro esempio,
una persona che sia abituata a dormire nel silenzio della campagna e si trasferisca
nel centro di una città affollata, senza dubbio si chiederebbe come facciano gli
abitanti di quel centro a dormire con un tale rumore; riescono perché si sono
abituati e per loro è divenuto silenzio. E’ si certamente questa una meravigliosa
capacità di adattamento dell’essere umano, ma anche una potenziale arma contro
di esso quando funge da perdita della sua identità Reale. Per capirsi, l’acqua rimane
acqua pur adattandosi a contenitori di forme differenti, ma se le venisse modificata
la sua struttura molecolare perché incapace, ovviamente, di ribellarsi a questa
violenza, ecco che perderebbe la sua memoria.
Solo l’attenta vigilanza può mostrarci il nostro bugiardo interiore, prima, e quello
esteriore poi, dandoci la possibilità di avere la coscienza desta e vigile e togliere così
i vestiti della verità alla menzogna.

-Nikòlaos 

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