L'arte onirica di Gustave Moreau
GUSTAVE MOREAU FU IL PRECURSORE DELLA PITTURA SIMBOLISTA; RIFIUTANDO DI LIMITARE LA PROPRIA RICERCA AL MONDO SENSIBILE, EGLI SI SPINSE OLTRE L’APPARENZA DELLE COSE.
“Non credo né a quello che tocco né a quello che vedo. Io credo solo a quello che non vedo e unicamente a quello che sento.” (Gustave Moreau)
Gustave Moreau nacque a Parigi il 6 aprile 1826 da una ricca famiglia borghese, figlio di Louis Moreau e di Pauline Desmoutiers. Il padre era un noto architetto di tendenza neoclassicista e contribuì a far crescere Moreau in un ambiente fecondo di stimoli culturali. Cibandosi di arte e letteratura, il giovane dimostrò una precoce predisposizione al disegno, tecnica che approfondì presso lo studio del pittore François Picot.
Nel 1846 si iscrisse alla Scuola delle Belle Arti, non portandola mai a termine. Deluso dagli insegnamenti accademici e amareggiato per non essere riuscito a conquistare il Grand Prix de Rome, si applicò ad uno studio personale della pittura, appassionandosi alle opere di Theodore Chasseriau, Ingres e Delacroix che scelse come suoi ideali maestri.
Marcel Proust definì Gustave Moreau come “l’uomo che dipingeva i suoi sogni”, alludendo alla sua insistenza nel dare forma al suo mondo onirico. I suoi lavori, ricchi di atmosfere simboliche e di suggestioni magiche, alludono sempre a qualcosa di diverso ed ulteriore rispetto alla realtà, un luogo fantastico dove il sogno diventa possibile.
“Non ho mai cercato il sogno nella realtà o la realtà nel sogno. Ho permesso alla mia immaginazione di giocare liberamente senza lasciarmi sviare da essa.” (Gustave Moreau)
I miti classici, le storie bibliche e le leggende medievali, nutrirono l’immaginario di Moreau, fornendo spunti per elaborate traduzioni pittoriche. Egli ricercava le vicende più appassionanti e drammatiche, dove sesso, esotismo e dolore si fondevano in un’esasperata tensione sentimentale.
Con una pittura finita e precisa, obbediente al rigore della linea e alla compiutezza della forma, egli sublimò le sue visioni interiori, non cedendo mai a fuggevoli sensazioni impressioniste. Solo nelle opere più tarde si lasciò andare ad un uso più libero del colore che, in certi casi, si fece quasi gesto materico.
Per il suo stile Gustave Moreau può essere considerato come uno degli ultimi pittori accademici, precursore, nella sua attenzione all’interpretazione del soggetto, di esperienze artistiche più moderne. I suoi quadri creano atmosfere, trasmettono suggestioni, alludono a sensazioni: il dato concreto come pretesto per un viaggio all’interno della psiche umana.
“Non credo né a quello che tocco né a quello che vedo. Io credo solo a quello che non vedo e unicamente a quello che sento.” (Gustave Moreau)
Nel 1846 si iscrisse alla Scuola delle Belle Arti, non portandola mai a termine. Deluso dagli insegnamenti accademici e amareggiato per non essere riuscito a conquistare il Grand Prix de Rome, si applicò ad uno studio personale della pittura, appassionandosi alle opere di Theodore Chasseriau, Ingres e Delacroix che scelse come suoi ideali maestri.
Marcel Proust definì Gustave Moreau come “l’uomo che dipingeva i suoi sogni”, alludendo alla sua insistenza nel dare forma al suo mondo onirico. I suoi lavori, ricchi di atmosfere simboliche e di suggestioni magiche, alludono sempre a qualcosa di diverso ed ulteriore rispetto alla realtà, un luogo fantastico dove il sogno diventa possibile.
“Non ho mai cercato il sogno nella realtà o la realtà nel sogno. Ho permesso alla mia immaginazione di giocare liberamente senza lasciarmi sviare da essa.” (Gustave Moreau)
I miti classici, le storie bibliche e le leggende medievali, nutrirono l’immaginario di Moreau, fornendo spunti per elaborate traduzioni pittoriche. Egli ricercava le vicende più appassionanti e drammatiche, dove sesso, esotismo e dolore si fondevano in un’esasperata tensione sentimentale.
Per il suo stile Gustave Moreau può essere considerato come uno degli ultimi pittori accademici, precursore, nella sua attenzione all’interpretazione del soggetto, di esperienze artistiche più moderne. I suoi quadri creano atmosfere, trasmettono suggestioni, alludono a sensazioni: il dato concreto come pretesto per un viaggio all’interno della psiche umana.
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