Riflessione sulla storia dei monumenti di Roma

Campo dei fiori a Roma, di sabato sera, era ricca di gente e soprattutto di giovani, tutti in festa, colori ovunque, neon e led, voci e chiasso, formicolio e delirio. Le persone ridevano, si godevano la vita e bevevano alcolici moderni, tutto questo attorno alla solida statua di Giordano Bruno, così silente dinnanzi a tutto quel teatro di gioiosa, dimenticata, spontanea spensieratezza. Tutto quel colorato divertimento ruotava attorno ad un atto atroce compiuto secoli fa, un luogo lugubre solcato dal fuoco del rogo, dal dolore e dalla storia. In quel luogo così ricco di significato e così denso a livello emotivo, oggi tutto sembra essere dimenticato in modo spontaneo, vivendo in un epoca in cui lo svago regna, vedendo statue come quella di Giordano Bruno come un semplice ricordo di un passato fantasma, dal significato banale, un pezzo di bronzo, marmo o granito che decora una famosa piazza di una famosa città. Mi immergo nella contemplazione di queste due epoche, cercando di viaggiare nel tempo e di passare dal dionisiaco quotidiano al triste momento del rogo. Viceversa, provo ad immedesimarmi in un romano del 1600 che assiste alla tragica scena e che in quel momento viaggia nel tempo fino ad oggi, vedendo come sarà quella pizza a distanza di 400 anni. Cosa penserebbero le persone del passato?

La stessa riflessione vale per molte altre situazioni. Un pensiero simile mi si è palesato nella mente in piazza San Pietro. Ho pensato all’epoca della creazione dell'obelisco nel centro della piazza, a partire dalla cava alla sua erezione in terra d’Egitto, nella Kem antica, nella Mizraim. Penso al suo scoop originario, al suo fine, alle sue iscrizioni e preghiere, agli inni agli dei egizi e penso alla sua collocazione originaria, ad Eliopoli, città sacra per eccellenza in particolare per il culto solare. Viaggiando nel passato provo a vedere tutto questo, immagini coerenti di arte religiosa, sacerdoti saggi e faraoni che, soddisfatti, rendono gloria al loro popolo, al loro dominio e agli dei osservando i risultati delle loro costruzioni sacre. Oggi quella costruzione non si trova più in quelle terre ricche di mistero, ma nella piazza del cuore della religione Cristiana Cattolica. Mi immergo quindi in un egiziano di Eliopoli di migliaia di anni fa, l’architetto di quell’obelisco o anche solo un operaio, che viaggia nel futuro e che vede quello spiedino di pietra eretto in un luogo alieno, con un simbolo di un'altra religione sulla sommità. Migliaia di persone attorno ad esso, ignare di tutto.
La storia e l’essere umano sono una cosa veramente complessa.

- Mihrem



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