Elogio del bello


Ho cominciato a sentire il profumo nostalgico
Degli strumenti umani ormai annebbiati
Dall'accattivante profumo della moderna techne.

Pensiero di clessidra che si ossida
Nella bussola di sabbia, con l’orologio
A lancette di raggi luminosi, il non tempo.
Porcellane e cristalli per vedere la notte
E il bosco con gli alberi vivi sempre.
Mi cade la cornucopia e trovo un candelabro
A sette rami dorati e iridescenti,
Come lo specchio nel centro della scacchiera
Dei figli del cielo, specchio di concetti palpabili
E percezioni oniriche, o dolci sogni!
Figlio sole e figlia luna si sfidano
Con arrocchi e scacchi matti, ridendo e piangendo,
Onorando padre e madre per le ovvietà della vita.
Ecco poi che arriva il rame lucente
E l’uomo dei fulmini che crea il futuro di adesso,
Nella sua umile, genuina, ingenua volontà.
Visioni e previsioni, geni e sfere armillari,
Telescopi e occhiali di seta, lenti di smeraldo.

- Mihrem 

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