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Poesia al drago

     Che immagine, aspra visione. Dove credi che corro, così zoppo? Da me stesso forse, buio rosone.      Visione inaspettata, disegno un labirinto Dall’unica via, necessaria direzione, unicursale moto dell’eterno dipinto.     Antico profumo di vasta saggezza offuscata dall’alito del tempo, nebbia di spirali e amarezza.     Occulto sussulto per questo rituale, sangue unto, ecco la caduta del puro in questo pozzo del ritrovato animale.    Oscura è la via, qui in basso, che facile lo smarrimento appare se la luce del cuore svanisce nel passo.    Oscura è l’idea, curve nel tartaro, misterioso e tenebroso, dedalo di pietra pericoloso in questo cupo baratro.     Vago e cammino e respiro nel cammino reale Sperduto in me stesso, spaventato e freddo, ma ecco che lo spiraglio, serenamente, appare.     Luce distante e speranza di comprensione...

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